07 marzo 2010

Ü30 -12Cº

Chiamata.
Menomale che avevo detto di chiamarmi mezz'ora prima.
Venti minuti dopo scendo.

Nevica, bla, bla, bla.
Si entra, probabilmente ero l'unico essere ad ascoltare musica prodotta ancor prima del mio avvento.
Acqua, giuro.
Le persone sono scontrose, grasse, arroganti, vestite bene ed obese. E vecchie, ovvio.

Ehy, dolcezza!
Vaffanculo.

Ogni tanto arrivano delle botte d'aria assurde
usare maschera a gas.

Il seguito é noia, fuga da sguardi minacciosi.
Ho giá detto che la musica era una merda?
Una playlist penosa, un palco con sopra attrezzature da DJ vuoto.
Luci del cazzo.

Cazzo cercate a fare la giovinezza in queste stronzate, andate a giocare a golf, a fare giardinaggio, a cenare da amici, a grattarvi le palle.
Cazzo vai lí se sei un obeso di merda che si veste alla cazzo e puzza.

Stop'n go to the base, relase the old case.
Replay.


E guardo un film tipo L'esorcista.

04 marzo 2010

Cazzo.

Giuro che non riesco piú a scrivere un cazzo.

Peró somiglio al Principe Azzurro.

01 marzo 2010

28 febbraio 2010

no|title.

Ad ascoltare musica di merda, rendersene conto e ritornare sui propri passi, a cercar qualcosa da scrivere tra le mille cianfusaglie che girano in testa, a sopravvivere sotto la pressa dei pensieri.

A cercarla, a cercarti, ad allontanarmi, a sparire, a credere ancora a certe cose.
A giocare inconsapevolmente, cambiare layout per niente, colore in base alla pressione nella mente:
Stra arrivando il niente.
Lo stato d'animo perplesso che fissa il punto fisso piazzato nell'oltreverso,
il problema é che non saró mai lo stesso o cambieró soltanto per me stesso.
A riaprire dopo le chiusure per i particolari, stento.
Passa il tempo.

Mi sto perdendo.

3/100

Non mi sento a mio agio su questo blog.
  1. In primis, é un prodotto google,
  2. in secondis, é troppo bianco
  3. ed in terzis, ha troppe guide.
Mica siamo tutti mongoloidi, cazzo.
Va bene che su un campione di cento persone se ne salvano tre, peró, cazzo, mettere tante guide significa abbattere la funzione della selezione naturale.

Cazzate a parte, basta cazzate.

(attenzione: questo post é stato riportato da ///AAV|Secondo blocco)


F / S

Dress Code* Frusta* Sputo*

Schiavi Attrezzi
Torture


Ok, la cosa é psicologicamente distruttiva, umiliante.
Fisicamente é un'idiozia oltre ad essere l'esatto contrario di quello che dovrebbe essere.
La conclusione é che chiunque provi ad avvicinarsi oltre il limite sará abbattuto.

È fattibile.

entro i limiti.

27 febbraio 2010

Pagina a caso - Autoprodotto.


Dinuovo quel suono assordante ma ignorato fino a dieci minuti prima, é ora di buttarsi via dal letto, schivare bottiglie vuote, cercare di raggiungere sani e salvi il bagno tra il fastidioso rumore della tv lasciata accesa e vecchie foto sparse per terra.
Minuti contati scandiscono gli ultimi attimi di tregua.

Sette minuti, l'ottavo allaccia la cravatta, il nono le scarpe, fuori.

Qualcosa non torna, il caso non esiste, MMMMM, casualitá inaccettabili.
Rivelare le proprie idee sarebbe un suicidio, mai sparpagliare pensieri su persone che si cibano di schemi.
La mente macina pensieri continuamente, a tratti lo affoga tra fantastiche situazioni.

Schivata la solita buca. Il sole infiamma l'asfalto, tra qualche mese sará il tempo dei Tornado, la radio trasmette la solita merda ogni dieci minuti, la gente cammina di fretta.
Parcheggio, ventiquattr'ore in mano, ascensore a ore sette, vibrazione inserita, tredicesimo piano.

Vento.
Qualcosa non quadra, dinuovo.
Da questo momento in poi, é ritardo.
Fermo, paralizzato a fissare il vuoto, infinito.
Il vento sbatte sulle pupille, nessun battito, é quasi piacevole.

Vento.
Aperta, montato, chinato.
Undicesimo piano.
Un trafficante d'armi, concorrenza per qualcuno.
Vento, un soffio, il vetro si infrange, cade, é panico.

Resta tutto lí, tranne il culo, ovvio.
Scale ant'incendio, la moto é giá lí, la polizia anche.

È un idiozia, ma forse continua.

Da pazzi.

Esplodi.

Uno, chiunque, non particolarmente qualcuno.
Non é detto debba essere lui, lei.

Viaggiamo tutti armati, pronti a ribadire, a rispondere. Il tono mi disturba, i bassi mi alterano, le vocine mi irritano, le urla mi trasformano in un carnefice.
Ognuno si sente il diritto di dover
(dovere) sfiatare le proprie idee.
A secondi potrei prendere il televisore a mazzate, ad esempio.

Nessi, zero.
Perlomeno io scrivo da solo, non sperando d'esser letto da qualcuno in particolare, e nel frattempo mi chiedo: « Ma, G.C.V. non ha un cazzo da fare di notte? »
Una cosa che odio in particolare sono le parsone che parlano insieme, urlano, si eccitano e sbuffano.
Non uccideresti anche tu?

Pensare che li pagano pure.